La lettera. Eutanasia, doveroso quell'avviso alla Consulta. Altro che un'ingerenza
fonte AVVENIRE - Domenico Menorello sabato 21 settembre 2019
C'è chi vuole forzare tempi e regole per motivi puramente ideologici, occorre fare il punto e chiarezza
Caro direttore,
il triste attacco di alcuni esponenti del mondo radicale alla presidente del Senato per la telefonata al presidente della Consulta è l’ennesima conferma di come l’ideologia neghi persino la verità dei "fatti", se non è funzionale alle forzature cui mira. Nondimeno – e senza per nulla entrare nel merito dell’eutanasia – i "fatti" rimangono gli stessi. Allora è bene elencarli, pedantemente, ancora una volta.
Con l’ordinanza n. 207/18 la Corte costituzionale ha "ordinato" al Parlamento (ancora composto di due Camere…) di legiferare in tema di assistenza al suicidio (art. 580 Codice penale), addirittura indicando un termine finale ovvero quello dell’udienza del prossimo 24 settembre 2019. Anche volendo prescindere da ogni giudizio circa il sovvertimento fra i ruoli dei poteri giurisdizionale e legislativo insito in questa inedita ordinanza, vediamo almeno se il legislatore sia stato nelle condizioni di rispondere alla sollecitazione del Giudice costituzionale nel tempo assegnato.
Nel regime bicamerale quando un ramo del Parlamento inizia a trattare una questione, all’altro ramo è fatto divieto di sovrapporsi. Nel nostro caso ha iniziato la Camera dei deputati, incardinando nelle Commissioni II e XII le proposte di legge nn. 2, 1586, 1655 e 1888 di modifica dell’art. 580 c.p. Tuttavia, il 1° agosto 2019 gli Uffici di Presidenza di tali Commissioni hanno ritenuto, allo stato, di non poter più procedere.
Quindi, il Senato poteva considerare la questione del suicidio assistito solo da venerdì 2 agosto 2019, a ridosso della pausa feriale già programmata dal successivo 7 agosto. A complicare le già improbabili possibilità operative di Palazzo Madama, l’8 agosto sopravveniva la crisi politica della allora maggioranza giallo-verde, che il 20 agosto ha condotto a formalizzare la relativa crisi di Governo. Ebbene, se il Governo è dimissionario i regolamenti parlamentari impongono la sospensione dei lavori di Camera e Senato e ciò fino alla completa ricostituzione del nuovo esecutivo. I nuovi sottosegretari hanno giurato il 16 settembre 2019.
Pertanto, calendario alla mano (sperando che coincida con quello di quegli esponenti del mondo radicale), la XII Commissione permanente del Senato ha avuto la possibilità di istruire per l’Aula i disegni di legge depositati in materia (n. 912 Mantero, n. 966 Marcucci e n. S. 1464 Binetti) solo dal 17 settembre 2019. Eppure, il 10 settembre precedente, nel corso del dibattito sulla fiducia il presidente Conte aveva auspicato che, prima della sentenza, «il Parlamento trovi il modo e le occasioni per poter approfondire tali questioni e lo possa fare rapidamente… per poter intervenire e legiferare in materia».
C’è forse qualcuno che vuol fare un sì ingiusto torto alle indiscusse virtù di giurista del premier, addebitandogli il retropensiero per cui il Senato avrebbe potuto dibattere e votare sul fine-vita in nemmeno una decina di giorni?
E ci sarà una ragione se tutti i capigruppo hanno sollecitato la presidente Alberti Casellati a informare, discretamente ma doverosamente, la Corte costituzionale della peculiare situazione in cui si è trovato impossibilitato a operare il Senato. Si tratta della stessa ragione offerta alla incontrovertibilità dei suesposti "fatti". Senza considerare i quali ogni posizione diventa, al contrario, irragionevole. Così, ignorare la oggettiva estromissione del Senato da ogni percorso post ordinanza 207/18 significherebbe praticare la prima "eutanasia" in Italia sullo stesso Parlamento. Speriamo non diventi un "fatto" anche questo.
Domenico Menorello è Coordinatore Osservatorio parlamentare "Vera lex?"
fonte AVVENIRE - Domenico Menorello sabato 21 settembre 2019
C'è chi vuole forzare tempi e regole per motivi puramente ideologici, occorre fare il punto e chiarezza
Caro direttore,
il triste attacco di alcuni esponenti del mondo radicale alla presidente del Senato per la telefonata al presidente della Consulta è l’ennesima conferma di come l’ideologia neghi persino la verità dei "fatti", se non è funzionale alle forzature cui mira. Nondimeno – e senza per nulla entrare nel merito dell’eutanasia – i "fatti" rimangono gli stessi. Allora è bene elencarli, pedantemente, ancora una volta.
Con l’ordinanza n. 207/18 la Corte costituzionale ha "ordinato" al Parlamento (ancora composto di due Camere…) di legiferare in tema di assistenza al suicidio (art. 580 Codice penale), addirittura indicando un termine finale ovvero quello dell’udienza del prossimo 24 settembre 2019. Anche volendo prescindere da ogni giudizio circa il sovvertimento fra i ruoli dei poteri giurisdizionale e legislativo insito in questa inedita ordinanza, vediamo almeno se il legislatore sia stato nelle condizioni di rispondere alla sollecitazione del Giudice costituzionale nel tempo assegnato.
Nel regime bicamerale quando un ramo del Parlamento inizia a trattare una questione, all’altro ramo è fatto divieto di sovrapporsi. Nel nostro caso ha iniziato la Camera dei deputati, incardinando nelle Commissioni II e XII le proposte di legge nn. 2, 1586, 1655 e 1888 di modifica dell’art. 580 c.p. Tuttavia, il 1° agosto 2019 gli Uffici di Presidenza di tali Commissioni hanno ritenuto, allo stato, di non poter più procedere.
Quindi, il Senato poteva considerare la questione del suicidio assistito solo da venerdì 2 agosto 2019, a ridosso della pausa feriale già programmata dal successivo 7 agosto. A complicare le già improbabili possibilità operative di Palazzo Madama, l’8 agosto sopravveniva la crisi politica della allora maggioranza giallo-verde, che il 20 agosto ha condotto a formalizzare la relativa crisi di Governo. Ebbene, se il Governo è dimissionario i regolamenti parlamentari impongono la sospensione dei lavori di Camera e Senato e ciò fino alla completa ricostituzione del nuovo esecutivo. I nuovi sottosegretari hanno giurato il 16 settembre 2019.
Pertanto, calendario alla mano (sperando che coincida con quello di quegli esponenti del mondo radicale), la XII Commissione permanente del Senato ha avuto la possibilità di istruire per l’Aula i disegni di legge depositati in materia (n. 912 Mantero, n. 966 Marcucci e n. S. 1464 Binetti) solo dal 17 settembre 2019. Eppure, il 10 settembre precedente, nel corso del dibattito sulla fiducia il presidente Conte aveva auspicato che, prima della sentenza, «il Parlamento trovi il modo e le occasioni per poter approfondire tali questioni e lo possa fare rapidamente… per poter intervenire e legiferare in materia».
C’è forse qualcuno che vuol fare un sì ingiusto torto alle indiscusse virtù di giurista del premier, addebitandogli il retropensiero per cui il Senato avrebbe potuto dibattere e votare sul fine-vita in nemmeno una decina di giorni?
E ci sarà una ragione se tutti i capigruppo hanno sollecitato la presidente Alberti Casellati a informare, discretamente ma doverosamente, la Corte costituzionale della peculiare situazione in cui si è trovato impossibilitato a operare il Senato. Si tratta della stessa ragione offerta alla incontrovertibilità dei suesposti "fatti". Senza considerare i quali ogni posizione diventa, al contrario, irragionevole. Così, ignorare la oggettiva estromissione del Senato da ogni percorso post ordinanza 207/18 significherebbe praticare la prima "eutanasia" in Italia sullo stesso Parlamento. Speriamo non diventi un "fatto" anche questo.
Domenico Menorello è Coordinatore Osservatorio parlamentare "Vera lex?"
Associazioni cattoliche alla politica. No a eutanasia e suicidio assistito. Cure palliative siano diritto effettivo per tutti
E’ attesa per il 24 settembre la probabile pronuncia della Corte costituzionale in materia di suicidio assistito. Dalle associazioni cattoliche un fermo no a questa pratica e ad ogni forma di eutanasia, e l’auspicio che il nuovo governo investa nelle cure palliative, rafforzandole e garantendone l’accesso a tutti. L'11 settembre un incontro di riflessione a Roma con il card. Bassetti.
link all'articolo del SIR - 09/09/2019
www.agensir.it/italia/2019/09/09/associazioni-cattoliche-alla-politica-no-a-eutanasia-e-suicidio-assistito-cure-palliative-siano-diritto-effettivo-per-tutti/
E’ attesa per il 24 settembre la probabile pronuncia della Corte costituzionale in materia di suicidio assistito. Dalle associazioni cattoliche un fermo no a questa pratica e ad ogni forma di eutanasia, e l’auspicio che il nuovo governo investa nelle cure palliative, rafforzandole e garantendone l’accesso a tutti. L'11 settembre un incontro di riflessione a Roma con il card. Bassetti.
link all'articolo del SIR - 09/09/2019
www.agensir.it/italia/2019/09/09/associazioni-cattoliche-alla-politica-no-a-eutanasia-e-suicidio-assistito-cure-palliative-siano-diritto-effettivo-per-tutti/
Per info e prenotazioni: [email protected]
11 settembre 2019
ore 15.00- 19.00
Centro Congressi CEI - Aula Magna - Via Aurelia, 796
11 settembre 2019
ore 15.00- 19.00
Centro Congressi CEI - Aula Magna - Via Aurelia, 796
Eutanasia e suicidio assistito: Tavolo famiglia e vita, l’11 settembre a Roma incontro con il card. Bassetti
8 agosto 2019 @ 18:29
“Eutanasia e suicidio assistito. Quale dignità della morte e del morire?”
È il tema del pomeriggio di confronto che il Tavolo famiglia e vita – composto da AIPPC, Amci, Forum delle Famiglie, Forum Sociosanitario, Movimento per la vita e Scienza&Vita – ha organizzato per l’11 settembre, alle 15, al Centro congressi Cei, in via Aurelia, a Roma.
L’intervento centrale dell’incontro sarà quello del presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Gualtiero Bassetti.
A introdurlo, Alberto Gambino (Scienza&Vita) e Tonino Cantelmi (Psicologi e psichiatri cattolici).
Interverranno anche Filippo Boscia (Associazione medici cattolici) e Aldo Bova (Forum sociosanitario). Modereranno il dibattito Gigi De Palo (Forum Famiglie) e Maria Casini Bandini (Movimento per la vita). Numerose le associazioni che parteciperanno ed esprimeranno la loro posizione sul tema al centro dell’incontro.
Fonte: AgenSIR. Cf. https://agensir.it/quotidiano/2019/8/8/eutanasia-e-suicidio-assistito-tavolo-famiglia-e-vita-l11-settembre-a-roma-incontro-con-il-card-bassetti/
8 agosto 2019 @ 18:29
“Eutanasia e suicidio assistito. Quale dignità della morte e del morire?”
È il tema del pomeriggio di confronto che il Tavolo famiglia e vita – composto da AIPPC, Amci, Forum delle Famiglie, Forum Sociosanitario, Movimento per la vita e Scienza&Vita – ha organizzato per l’11 settembre, alle 15, al Centro congressi Cei, in via Aurelia, a Roma.
L’intervento centrale dell’incontro sarà quello del presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Gualtiero Bassetti.
A introdurlo, Alberto Gambino (Scienza&Vita) e Tonino Cantelmi (Psicologi e psichiatri cattolici).
Interverranno anche Filippo Boscia (Associazione medici cattolici) e Aldo Bova (Forum sociosanitario). Modereranno il dibattito Gigi De Palo (Forum Famiglie) e Maria Casini Bandini (Movimento per la vita). Numerose le associazioni che parteciperanno ed esprimeranno la loro posizione sul tema al centro dell’incontro.
Fonte: AgenSIR. Cf. https://agensir.it/quotidiano/2019/8/8/eutanasia-e-suicidio-assistito-tavolo-famiglia-e-vita-l11-settembre-a-roma-incontro-con-il-card-bassetti/
Fine vita: associazioni cattoliche, “Parlamento eserciti propria funzione legislativa
Le principali associazioni cattoliche rifiutano ogni atto di eutanasia. L’AIPPC ha firmato un documento congiunto sul fine vita, con lei anche: l’Associazione Scienza & Vita, il Forum delle associazioni familiari, il Movimento per la vita, l’Associazione medici cattolici italiani e il Forum associazioni socio-sanitarie. L’appello al Parlamento affinché “eserciti pienamente e tempestivamente la propria funzione legislativa in materia del fine vita”.
Fonte: Agenzia SIR del 10/07/2019
Il testo integrale del documento
Le principali associazioni cattoliche rifiutano ogni atto di eutanasia. L’AIPPC ha firmato un documento congiunto sul fine vita, con lei anche: l’Associazione Scienza & Vita, il Forum delle associazioni familiari, il Movimento per la vita, l’Associazione medici cattolici italiani e il Forum associazioni socio-sanitarie. L’appello al Parlamento affinché “eserciti pienamente e tempestivamente la propria funzione legislativa in materia del fine vita”.
Fonte: Agenzia SIR del 10/07/2019
Il testo integrale del documento
Dopo aver chiesto come Forum delle Associazioni Socio Sanitarie, tra le altre cose, di introdurre l'obiezione di coscienza per i medici nell'ambito delle modifiche alla legge 219 del 2017, ecco uno spiraglio. Lunedì 24 giugno 2019
Suicidio assistito: svolta obiezione di coscienza
Un testo presentato dalla Lega la garantisce, ma restano dei nodi. I dettagli spiegati dal primo firmatario Pagano
di FEDERICO CENCI
Medico e paziente
Entro due mesi esatti, il 24 settembre, la Corte costituzionale attende dal Parlamento una legge sul fine vita. Il tempo a disposizione, considerando anche la chiusura delle due Camere per le vacanze estive, è risicato. Per questo il lavoro nel Comitato ristretto delle commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera dei deputati procede ininterrotto. Fino a due settimane fa sembrava che la quadra fosse stata trovata intorno a una legge che si limitasse a modificare l’art. 580 del codice penale sul suicidio assistito, con l’obiettivo di attenuare la pena per i familiari che aiutano a morire una persona in stato di malattia irreversibile. Una simile norma avrebbe frenato le spinte più radicali di tre ddl depositati finora (uno a firma Andrea Cecconi, ex 5Stelle passato al Gruppo Misto, uno di Michela Rostan di Leu e un terzo di Doriana Sarli del M5s), ma al tempo stesso avrebbe disatteso le aspettative di una larga fetta del mondo medico e dell’associazionismo cattolico, che ritengono doveroso colmare alcune lacune della legge 219 del 2017 sul biotestamento: tutelare l’obiezione di coscienza per operatori sanitari e cliniche, chiarire che nutrizione e idratazione - anche artificiali - sono trattamenti sanitari, rafforzare le cure palliative.
Il nuovo progetto di legge si fa interprete di queste aspettative il progetto di legge consegnato giovedì scorso, sostenuto 18 deputati della Lega. Primo firmatario è Alessandro Pagano, che In Terris ha interpellato. “La Corte - afferma - chiede sostanzialmente di offrire al paziente la possibilità di accedere a cure palliative e di modificare l’articolo del codice penale sul suicidio assistito. Proprio perché su questo secondo aspetto c’erano pareri discordanti, abbiamo deciso di riaprire le audizioni e così il dibattito, che sarebbe dovuto iniziare oggi, dovrebbe slittare al 12 luglio. Per quel giorno - prosegue il deputato leghista - speriamo di presentare un testo che sia largamente condiviso”. Ma proprio questo è il nodo. Un progetto sul suicidio assistito come quello presentato dal Carroccio, che smonta alcuni dei passaggi più controversi della legge sul biotestamento, troverebbe il favore dell’alleato di governo 5Stelle? “Non si tratta solo di un punto di vista della Lega - replica Pagano -, è la stessa Corte che nella sua missiva fa riferimento alla possibilità di obiezione di coscienza del personale sanitario. D’altronde - aggiunge - il riferimento è sempre la legge 194 sull’aborto, che per la prima volta ha introdotto nel nostro ordinamento questo diritto”. Secondo Pagano, la legge sul biotestamento fu il risultato di “un furore ideologico dell’allora maggioranza di governo”, che - afferma - “presa dalla volontà di massimizzare il tornaconto elettorale sul finire della legislatura, negò persino l’obiezione di coscienza, che è elemento di assoluta civiltà”. Il deputato del Carroccio assicura che su questo tema, oggi, così come sul rafforzamento delle cure palliative, si dovrebbe trovare un’ampia convergenza, tra Lega e M5s ma anche al di fuori dell’esecutivo: obiezione di coscienza garantita, dunque, sia per i singoli camici bianchi sia per le strutture sanitarie private. Più spinosa appare l’intenzione del progetto leghista di modificare l’art. 2 della legge sul biotestamento, considerando nutrizione e idratazione trattamenti sanitari. “È lapalissiano che si tratta di trattamenti sanitari, che quindi non devono mai essere negati a un paziente”, dice Pagano, il quale però ammette che “su questo, paradossalmente, non vedo aperture” al di fuori della Lega. Per ora, dunque, si va verso un compromesso che lasci invariata la legge del 2017 ma con l’attenuazione delle pene per chi aiuta al suicidio, con uno sblocco alla possiblità di accedere a cure palliative e con l’introduzione dell’obiezione di coscienza. “Per rivedere anche il passaggio su nutrizione e idratazione come trattamenti sanitari - chiosa Pagano -, ne riparleremo in futuro, non appena ci saranno maggiori margini d’apertura”. Chissà se nella mente di Pagano il futuro a cui allude è quello di un governo di centrodestra a trazione leghista.
per l'articolo originale qui
Suicidio assistito: svolta obiezione di coscienza
Un testo presentato dalla Lega la garantisce, ma restano dei nodi. I dettagli spiegati dal primo firmatario Pagano
di FEDERICO CENCI
Medico e paziente
Entro due mesi esatti, il 24 settembre, la Corte costituzionale attende dal Parlamento una legge sul fine vita. Il tempo a disposizione, considerando anche la chiusura delle due Camere per le vacanze estive, è risicato. Per questo il lavoro nel Comitato ristretto delle commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera dei deputati procede ininterrotto. Fino a due settimane fa sembrava che la quadra fosse stata trovata intorno a una legge che si limitasse a modificare l’art. 580 del codice penale sul suicidio assistito, con l’obiettivo di attenuare la pena per i familiari che aiutano a morire una persona in stato di malattia irreversibile. Una simile norma avrebbe frenato le spinte più radicali di tre ddl depositati finora (uno a firma Andrea Cecconi, ex 5Stelle passato al Gruppo Misto, uno di Michela Rostan di Leu e un terzo di Doriana Sarli del M5s), ma al tempo stesso avrebbe disatteso le aspettative di una larga fetta del mondo medico e dell’associazionismo cattolico, che ritengono doveroso colmare alcune lacune della legge 219 del 2017 sul biotestamento: tutelare l’obiezione di coscienza per operatori sanitari e cliniche, chiarire che nutrizione e idratazione - anche artificiali - sono trattamenti sanitari, rafforzare le cure palliative.
Il nuovo progetto di legge si fa interprete di queste aspettative il progetto di legge consegnato giovedì scorso, sostenuto 18 deputati della Lega. Primo firmatario è Alessandro Pagano, che In Terris ha interpellato. “La Corte - afferma - chiede sostanzialmente di offrire al paziente la possibilità di accedere a cure palliative e di modificare l’articolo del codice penale sul suicidio assistito. Proprio perché su questo secondo aspetto c’erano pareri discordanti, abbiamo deciso di riaprire le audizioni e così il dibattito, che sarebbe dovuto iniziare oggi, dovrebbe slittare al 12 luglio. Per quel giorno - prosegue il deputato leghista - speriamo di presentare un testo che sia largamente condiviso”. Ma proprio questo è il nodo. Un progetto sul suicidio assistito come quello presentato dal Carroccio, che smonta alcuni dei passaggi più controversi della legge sul biotestamento, troverebbe il favore dell’alleato di governo 5Stelle? “Non si tratta solo di un punto di vista della Lega - replica Pagano -, è la stessa Corte che nella sua missiva fa riferimento alla possibilità di obiezione di coscienza del personale sanitario. D’altronde - aggiunge - il riferimento è sempre la legge 194 sull’aborto, che per la prima volta ha introdotto nel nostro ordinamento questo diritto”. Secondo Pagano, la legge sul biotestamento fu il risultato di “un furore ideologico dell’allora maggioranza di governo”, che - afferma - “presa dalla volontà di massimizzare il tornaconto elettorale sul finire della legislatura, negò persino l’obiezione di coscienza, che è elemento di assoluta civiltà”. Il deputato del Carroccio assicura che su questo tema, oggi, così come sul rafforzamento delle cure palliative, si dovrebbe trovare un’ampia convergenza, tra Lega e M5s ma anche al di fuori dell’esecutivo: obiezione di coscienza garantita, dunque, sia per i singoli camici bianchi sia per le strutture sanitarie private. Più spinosa appare l’intenzione del progetto leghista di modificare l’art. 2 della legge sul biotestamento, considerando nutrizione e idratazione trattamenti sanitari. “È lapalissiano che si tratta di trattamenti sanitari, che quindi non devono mai essere negati a un paziente”, dice Pagano, il quale però ammette che “su questo, paradossalmente, non vedo aperture” al di fuori della Lega. Per ora, dunque, si va verso un compromesso che lasci invariata la legge del 2017 ma con l’attenuazione delle pene per chi aiuta al suicidio, con uno sblocco alla possiblità di accedere a cure palliative e con l’introduzione dell’obiezione di coscienza. “Per rivedere anche il passaggio su nutrizione e idratazione come trattamenti sanitari - chiosa Pagano -, ne riparleremo in futuro, non appena ci saranno maggiori margini d’apertura”. Chissà se nella mente di Pagano il futuro a cui allude è quello di un governo di centrodestra a trazione leghista.
per l'articolo originale qui